Titolo:
Marinai, profeti e balene ( 2011 )
Album: Marinai, profeti e balene
Cantante: Vinicio Capossela
Testo e musica: Vinicio Capossela
Registrato a Ischia sul Castello Aragonese
"Abbiamo voluto registrare il pianoforte e la voce nel Castello Aragonese perché è un luogo di ascesi, in cui sperimentare l'isolamento da altezza. Stare tra lo stridio dei gabbiani e gli spettri del mare. Una volta chiuso il ponte levatoio alle spalle, la volta celeste ci ruota addosso attraverso le occhiate delle rovine della cattedrale aperte in alto. Ci si muove nel cielo rimanendo fermi, come in un planetario. In sottofondo il rumore del mare, come un basso continuo"
Trailer:
il grande leviatano
Le coste ed i terrori di dentro la balena Facevano a me intorno un buio spaventoso Di Dio l’onda nel sole si muoveva serena Portandomi abissato al giudizio doloroso Io vidi spalancarsi la bocca dell’inferno Con pene e con dolori d’orrenda privazione Che solo chi ha provato sa cos’è in eterno Cadevo nell’abisso della disperazione Nella disperazione io mi rivolsi a Dio Quando appena potevo sperar più la pietà Ed Egli piegò il capo a udire il prego mio E il grande Leviatano mi gettò in libertà Corse rapido Iddio al mio grido di pena Come fosse portato da un bianco suo delfino Splendeva sulle acque il volto sereno Del mio liberatore tremendo e divino Nel mio canto per sempre vorrò ricordare Quell’istante gioioso di nuova concordia D’ora innanzi e per sempre dovrà risuonare Del mio liberatore la misericordia Nel mio canto per sempre vorrò ricordare Quell’istante gioioso di nuova concordia D’ora innanzi e per sempre dovrà risuonare Del grande Leviatano la potenza e la misericordia...
l’oceano oilalà
Che tipo scontroso, giocoso, scherzoso Che tipo che coso è l’oceano oilalà la la la la Il tifone è allegro Il baleno è un buffone Quando sbatte orgoglioso il codone La nuvola scappa La schiuma si leva Quando soffia l’arcoBalena la la lala Che tipo scherzoso giocoso, scontroso Che tipo che coso è l’oceano oilalà lalala La nave la spacca col tuono Che tipo che coso l’oceano che è Per lui è soltanto uno sbuffo Si scrolla il cielo di dosso in un tuffo lalalala Che tipo scontroso giocoso scherzoso Che tipo che coso è l’oceano oilalà lalala la La nave che sbatte è il cicchetto che fuma Quando vanesio s’incipria di schiuma Per lui è soltanto un balocco La burrasca che gonfia nel fiocco Che tipo scontroso giocoso scherzoso Che tipo che coso è l’oceano oilalà! Che tipo scontroso giocoso scherzoso Che tipo che coso l’oceano che è Che tipo scontroso giocoso scherzoso Che tipo che coso l’oceano che è lalalala Rolling the wave, rolling the wave Rollin the wave around the whale! La balena rolla e rulla Tonda e oleosa, grassa e sontuosa Piena di barili d’olio è solo un mammifero senza piedi La più bella l’ho vista nuotare sulla crosta d’oceano polare Al ramponiere non manchi la lena quando colpisca la balena Rolling the wave rolling the wave around the whale Rolling the wave rolling the wave around the whale Della tempesta non s’importa Tanto sa sempre nuotare È un gigante di forza, è la regina del mare! Uhm che la smetta quel tuono, A che ci serve un tuono? Uhm non vogliamo dei tuoni, noi vogliamo del rhum Uhm uhm Date un bicchiere di rhum! Uhm uhm date un bicchiere di rum Uhm uhm uhm, noi vogliamo del rum Uhm uhm uhm, noi vogliamo del rum, Uhm uhm uhm Noi vogliamo del rum
Pryntil
Nel fondo del mar, nel fondo del mar.. La foca barbuta, sempre piaciuta Che è solitaria, le piace cantar, Una sirena si sente coi baffi, Una sirena nel fondo del mar E i pesci uccelli le batton le ali E scrosciano applausi di pinne e di bolle Nel fondale spettacolare Dell’abisso musicale Io la vispa Pryntyl Dal caschetto malizioso Nettuno si gettava ai miei piedi Implorando chiamami Nunù Prima stella del corpo di ballo Del balletto delle onde Un tutù di alghe nel blu.. chiamami Nunù Perché sono una sirenaaa canto in sirenese Ondeggia il pavimento, nel mare si stringono i cuori Li assalgono i mali della nostalgia Si avvicinano navali e gamberi schiudono perle le ostriche Non ho perso la voce per un paio di gambe Come la Sirenetta in pegno d’amor Ma io la perdo fumando e bevendo Nell’orgia dei sensi mi butto cantando E mi ubriaco e stordisco ballando Nell’ebrezza felice abbracciando Sulla terra tutto si consuma L’amore all’alba si trasforma in schiuma Ma nell’abisso è tutto uno spasso Puoi sempre incontrare un pesce pagliaccio E quando sei triste basta una siiiireeennaaaaaaaa Sbarazzina, civettuola, piena di squame dalla coda alla gola Fatevi attorno focene volanti, cavallucci di mare, terra e bagnanti Ascoltate come sturo l’abisso Ora lo scandalo lo darò io Perché sono una sireeennaaaa, canto in sirenese Pryntyl slash slash smack smack glu glu Chiamami Nunù Ora Pryntyl sei finita in taverna In esilio da kraken e krill Sei finita a guadagnarti la birba Tra le biffe, i lenoni e I play boy E i papponi del porto ti tengono Alla lenza di grog e di skunk E mi ubriacano a furia di spriz E mi ubriacano se faccio le biz Bell’ufficiale buttiamoci a mare, voglio tornare squamata a brillare Ma che non lo sappia, il capitano testa di morto O a tutte due finirà il collo torto Finiremo con lui tra gli scogli a schiamare: kruag kruag kruag affondate con me E non è proprio un verso da sirenaaaaa Che canta in sirenese.. Pryntyl slash slash smack smack glu glu Pryntyl slash slash smack smack glu glu Pryntyl, smack smack glu glu Chiamami Nunù
Polpo d’Amor
Troppe braccia per non abbracciarti tentacoli senza tentazioni troppe braccia per non abbracciarti tentacoli per cercarti spettri danzano negli abissi negli abissi danzano vascelli fantasma e non ti trovo compagna Mando messaggi di inchiostro nero nero per trovarti nel nero nero mando messaggi di inchiostro nero nero nel nero nero otto braccia per abbracciarti otto braccia mi mancano otto braccia per ritrovarti otto braccia mi mancano e quando infine io ti troverò cento ventose io ti attaccherò e danzeremo insieme questo polpo d’ amore L’ abisso è scuro scuro l’ inchiostro è nero nero mando messaggi di profondità lettere di profondità e quando infine io ti troverò cento ventose io ti attaccherò e danzeremo insieme questo polpo d amore otto braccia per abbracciarti, otto braccia mi mancano otto braccia per abbracciarti
Lord Jim
Nessuno è mai protetto Dalla sua debolezza Che se ne sta nascosta Come una serpe dentro un rovo Vilmente sconosciuta Appena sospettata Ma invece rivelata Nel momento che sta a te Lord Jim Credevi di esser forte, Credevi di esser saldo Ora sai chi sei, ora che sta a te Lord Jim Proprio ora che sta a te Lord Jim Le domande non ti toccano Ti piegano e t’interrogano Tornare indietro un attimo Ma non c’è niente da rifare Solo da aspettare La prossima occasione che ancora tocchi a te Lord Jim Ora hai mancato il colpo, ma di questo non si muore E’ solo che ora sai, di che pasta sei Lord Jim Per commettere un crimine Ci vuole il suo coraggio Ma per voltar la testa Basta la debolezza Sono tutti complici E non te ne vorrebbero Ti giustificherebbero, giustificando loro Ma è dentro te che sai com’è che farai Come ti comporterai Quando ancora starà a te Lord Jim La chiave della cella è meglio siano i giudici a tenerla Lasciare al mondo fuori la condanna e l’assoluzione Ma a farsi giudici di se non c’è più espiazione Non c’è un confessore a cui affidare la tua pena Sali il tuo calvario di esule in esilio Porta sulle tue spalle la tua croce di Caino Non c’è abbastanza terra più per te Terra più per te Ora hai fatto il salto E il pozzo non ha fondo Hai perso l’innocenza Sei uno di noi Lord Jim Ora hai la conoscenza Sei uno di noi Lord Jim Hai perso l’innocenza Sei uno di noi Lord Jim
la Bianchezza della Balena
Sebbene sia bianco il signore degli elefanti bianchi Che i barbari Pegu pongono sopra a ogni cosa E bianche le pietre che i pagani antichi donavano in segno di gioia, per un giorno felice Bianche cose nobili e commoventi, Come i veli di sposa L’innocenza, la purezza, la benignità dell’età Sebbene abiti bianchi vengano dati ai redenti Davanti a un trono bianco, Dove il santissimo siede, bianco come la lana Sebbene sia associato a quanto di più dolce, Onorevole e sublime La bianchezza della balena Niente è più terribile di questo colore, Una volta separato dal bene, Una volta accompagnato al terrore La bianchezza dello squalo bianco, L’orrida fissità del suo sguardo che demolisce il coraggio La fioccosa bianchezza dell’albatro, nelle sue nubi di spirito La bianchezza dell’albino bianco E cosa atterrisce dell’aspetto dei morti se non il pallore Bianco sudario colore? Spettri e fantasmi immersi in nebbie di latte Il re del terrore avanza nell’apocalisse Su un cavallo pallido E pallidi i cappucci della pentecoste E il mare nel suo richiamo abissale Nell’antartico, bianco sconfinato cimitero, il bianco sogghigna nei suoi monumenti di ghiaccio Il pensiero del nulla si spalanca nella profondità lattea del cielo Bianco l’inverno bianco, la neve bianca, bianca la notte Bianca l’insonnia bianca, la morte bianca e bianca la paura è bianca L’universo vacuo e senza colore Ci sta davanti come un lebbroso Anche questo è la bianchezza della balena La bianchezza della balena Capite ora la caccia feroce? Il male abominevole, l’assenza di colore
Billy Bud
Oh oh ay ay Billy Budd Oh oh ay ay Billy Budd oh oh ay! Ecco il cappellano E’ entrato nella cella In ginocchia sulle ossa piegato qui a pregare Per quelli come me Billy Budd Oh oh ay ay Billy Budd Oh oh ay ay Billy Budd.. Mentre dall’oblò Entra un po’ di luna Riflessa su una sciabola d’argento Arriva fino a dentro Ma morirà anche lei all’alba dell’ultimo giorno di Billy Budd Oh oh ay ay Billy Budd Oh oh ay ay Billy Budd Domani faranno di me un gioiello Una perla appesa in punta di pennone Come quegli orecchini che un giorno regalai a Molly.. Molly Budd! Oh oh ay ay Molly budd Ai ai, sospenderanno me, non la mia sentenza Appenderanno me al capriccio della lenza Ai ai tutto è pronto Anch’io devo esser pronto a salire fin lassù, di quaggiù a salire fin lassù, di quaggiù Ma non è tutta una finta non è che sto sognando? un taglio alla mia gomena? Andare alla deriva? Il tamburo chiama per il grog, ma Billy non lo sà Il tamburo chiama per il grog, ma Billy non lo sà Ay ay Billy Budd oo ay Billy Budd oh oh Ay ! Ma Donald mi ha promesso Di starmi accanto all’asse Stringerò una mano prima di andare a fondo Ma che sto dicendo Allora sarò morto, ora che ci penso Ricordo Taff di Galles,quando sprofondò La guancia come un garofano in bocciolo Ma a me mi legheranno ai piombi dell’amaca Mi metteranno giù giù in fondo Come sognerò dormendo Sento che sta arrivando il sonno Sento che sta arrivando il sonno Sentinella sei lì fuori? allenta le manette perfavore E girami sul fianco Sii gentile ho sonno Le viscide alghe mi si attorcigliano già attorno Sii gentile ho sonno Le viscide alghe mi si attorcigliano già attorno Sii gentile ho sonno Oh oh ay ay Billy Budd ooh oh oh ayay Oh oh ay ay Billy Budd ooh oh oh ayay
i Fuochi Fatui
I fuochi fatui, i fuochi fatui danzano tremuli i fuochi fatui, i fuochi fatui danzano demoni i fuochi fatui, i fuochi fatui fuochi fatati i fuochi fatui I fuochi fatui, fuochi specchiati i fuochi fatui i fuochi fatui, fuochi sognati i fuochi fatui i fuochi fatui, fuochi abissati “I corpisanti abbiano pietà di noi tutti!” “Sì sì, marinai, osservatela bene, la fiamma bianca illumina soltanto la via verso la balena bianca sebbene tu sia luce, che prorompe dalla tenebra io sono tenebra che prorompe dalla luce! Io brucio con te, forza del cielo, io ti adoro sfidantoti” Danzano tremuli, tremuli danzano danzano e tremano Achab è Achab per sempre tutto questo dramma è decretato e le prove io e te le abbiamo fatte un miliardo d’anni fa Sciocco! Io sono il luogotenente del Fato. Agisco i suoi ordini. Bada tu, di obbedire ai miei Che cos’è mai questa cosa senza nome? Quale tiranno mi comanda? Perché contro tutti gli affetti io debba osare ciò che nel mio cuore vero non ho mai osato di osare? Sono io questo o chi? Dove vanno gli assassini marinaio? Chi dovrà sentenziare quando il giudice stesso è trascinato alla barra? Ma è un vento dolce oggi e un cielo dolcissimo e l’aria odora come se spirasse da prati lontani Vi sentire coraggiosi, marinai coraggiosi?” I fuochi fatui, i fuochi fatui Danzano tremuli I fuochi fatui “LA BALENA! La mascella! La sua fronte implacabile avanza! La Mascella!” “Nave gloriosa fino alla morte, devi tu perire senza di me? Oh solitaria morte di una vita solitaria! Riversatevi ora qui arditi flutti della mia vita trascorsa e coronate questo grande maroso della mia morte. Io mi volgo verso di te, mostro fino all’ultimo lotto con te. Dal cuore dell’inferno io ti trafiggo in nome dell’odio io vomito su di te l’ultimo respiro! Legato a te dannata balena, così io getto le armi” Ismaele: “Il mare ci si richiuse sopra come all’epoca del grande diluvio e io soltanto mi sono salvato per potervelo raccontare”
Job
Un uomo era in terra di Uz Un uomo di perfetta purità Temeva Dio e il male aborriva Tra tutti i figli dell’oriente, uomo più grande non c’era E un giorno venne che i figli della terra stettero davanti al signore E Satana tra loro Hai messo il tuo cuore sul mio servo Job? E’ un uomo di perfetta purità Di un bastione lo hai circondato Ma senti la tua mano e colpiscilo nel suo Sulla tua faccia ti maledirà E un giorno un messaggero venne a Job e disse: “Fuoco di Dio dal cielo è sceso greggi e mandriani ha divorato sono venuto a dirlo io, il solo scampato” parlava ancora e un altro arriva e dice “I figli tuoi sedevano e mangiavano quando ecco dal deserto leva un vento nella rovina sono morti” “Dal ventre di mia madre nudo sono uscito, nudo tornerò Il Signore dà, il Signore toglie sia benedetto il nome del Signore” E Satana disse: “La pelle per la pelle. L’uomo dà tutto per la vita ma stendi la tua mano nel suo osso, sulla tua faccia ti maledirà” E piagò Job con l’ulcera del male dai piedi fino al cranio “Maledisci il Signore e muori!” “Se accettiamo il bene, dobbiamo prendere anche il male il Signore dà, il Signore toglie, sia benedetto il nome del Signore” E infine Job apre la bocca e grida: “Che tu sia maledetto giorno che mi hai partorito, che sia un giorno di tenebra, il cielo lo ripudi gli neghi il lume della luce Perché ginocchia venirmi incontro? Perché mammelle vi ho succhiato? Perché la luce è data a chi pena? Perché la vita a una gola amara? Ecco, i terrori che più ho temuto Ecco incarnarsi le mie paure Non ho pace né tregua, Sono un cumulo di dolore Strepita pure, chi ti risponde? Se cerchi Dio, se implori Shaddai Se rispondesse quando io grido Solo m’ingozza di pena amara Dio stermina chi ha colpa E che non ha colpa La terra è data in mano a chi fa il male La faccia dei suoi giudici è coperta Tu che hai messo in me la grazia della vita, Tu che fai dei miei giorni un’ombra Ecco che nascondi nel tuo cuore: Terra buia come la tenebra Dove non brilla che oscurità E adesso che il mio occhio ti ha veduto Mi ripudio E mi consolo Sulla polvere e sulla cenere”
La lancia del Pelide
La lancia del Pelide Magico dono Per un verso ferisce, per l’altro guarisce Lei sola lenisce le ferite che infligge. Così sei tu, Mia bella tu Tu che puoi uccidermi e farmi risorgere Non vale altra cura per le ferite che procuri tu.. La lancia del Pelide infuria in battaglia Infiniti lutti adduce al suo tocco Ma è unica a avere Il magico dono Di restituir la vita a chi l’ha tolta Così sei tu, Mia bella tu Tu che puoi uccidermi o farmi risorgere Come quella fenice è la ferita che procuri tu Guariscimi ora Tu sola hai la cura Non vale che cerchi altrove consiglio e premura Guariscimi ora Tu che ne hai la cura Il tuo amore è una lancia appuntita Che può toglier la vita Guariscimi amore, Del male d’amore Guariscimi ora, Tu sola hai la cura Ahhhh.... Tornerò a vita per te Tornerà vita per noi.. Guariscimi amore Dal male d’amore Guariscimi ora Tu che ne hai la cura
Goliath
Venite vedrete è arrivata la balena Si porta sulla schiena tutta la storia del cosmo E’ la più grande del mondo Ma viaggia sulle ruote E si chiama Goliath Ha perso la vita ma ha salvato la pelle Entrateci in bocca e vedrete le stelle Il grande meccano dell’universo sovrano Perché la balena è un cannone Puntato sull’abisso del cielo Un telescopio vivente Tra la vita e il niente Venite vedrete è arrivata la balena E io la cavalco Sul cocchio della schiena Perché sono il cavaliere nano Dell’Apocalisse Vedrete anche Ulisse che si affanna a tornare Le sirene, i ciclopi E le creature del mare Dimenticate da Noè Nell’arca della pancia Non badate all’odore Dell’artista ambulante E’ pur sempre una carcassa di taxidermista La carne imputridita gli cola sulla pista La balena è un totem E’ il nostro sacrificio Il suo occhio vacuo e spiaggiato Che ancora si ostina a guardare Innocente come madre Come i fanciulli di Erode E io la porto a voi Affinché possiate liberarvi E brutalmente desiderare E selvaggiamente uccidere e picchiare E stuprare e sbranare Nella santa anarchia del caos primordiale Finché tutta la carne Sia colata di dosso E restino lustre E di sasso le ossa E ritorni l’ordine del silenzio Iniziale
Vinocolo
Vino Vinocolo Vino Vinocolo Vino Vinocolo Vino con un occhio solo Attenti al Cannibale Attenti al Cannibale Per me che son vetta di Monte tutto mi appare lontano Gli Uomini son così piccoli volli vederli più da vicino Vicino, venire più vicino Vicino, vedere più vicino In una lente di vino Li vidi e me li mangiai Attenti al Cannibale Attenti al Cannibale Venti misure di acqua ed una misura di vino Vino vinocolo Vino di Mèrone Vino che abbatte il Ciclope non conoscevo il succo dell’uva E solo pascevo le crape Bevevo latte e mi ha vinto il miele Del succo dell’uva pigiata Un nessuno, nessuno da niente Mi ha vinto col vino mi ha vinto col vino Mi ha orbato la luce dell’occhio E poi si è nascosto in un nome E io mi aspettavo un eroe Vino vinocolo, vino monocolo “Quando i compagni mi avrai mangiato bevilo disse e sarai beato” A brani a brani me li mangiai e poi avido tracannai Ed era buono, ed era buono Al pesce qundo abbocca, l’esca gli piace e la mangia tutta Carne e vino vomitavo ubriaco Col capo girato di lato Mi vinse il sonno che tutto doma Mi vinse il sonno che tutto doma A grandi coppe bevono i barbari Al vino scostumati Danzano in coro, danzano in coro e ne chiedono ancora e ancora Ridono in bocche di anfore Profumi di viola e di sangue Vino ematoso, vino ferroso Vino di Mèrone stuporoso Facce di cani parlanti Facce che ridono abbaianti Vicino vedere più vicino Vicino vedere più vicino Attenti al Cannibale Ora che ho visto così da vicino La luce del sole me la renda il vino Vino demodoco Vino cantore Vino dilatatore Attenti al cannibale Attenti al Cannibale Io come Kronos che tutto divora ma per aumentare le cose ancora Io come Kronos che tutto divora ma per aumentare le cose ancora Vicino venire più vicino Vicino vedere più vicino Volli vedere da vicino Volli vedere da vicino
Le Pleiadi
Non piove, non piove E’ un raggio la vela nel sole Cede il suo lume alla volta Alla Stella Polare Urano lontano, lento meccano del cielo Tutto di muove, ma niente si muove davvero E i giorni passano e gli anni e le nozze col velo Raschia la linea degli occhi l’inganno del telo Tramontate son le Pleiadi Notte Alta Io dormo da sola.. L’attesa, E’ un inganno l’attesa Ma, preferisco l’attesa E’ più dolce che non vederti tornare Nell’attesa mi conosci così bene Ma poi non riconoscerò Te.. Non piove non piove Precipita il carro nel cielo Dondola l’Orsa appesa alla volta polare Andromeda, Orione Le figlie di Atlante Brillanti ai naviganti La via per tornare L’attesa, è un inganno l’attesa Ma preferisce l’attesa Lei non mi crederà, perché ama la sua nostalgia Nell’attesa mi conosci così bene Ma poi non riconoscerò Te S’alza in cielo ora la Croce del Sud Notte alta io avanzo da solo Fino ai confini delle Pleiadi Fino agli estremi confini del mare Ma io non ti dico tutto, con Te consigliati in cuore E da te stesso scegli la via
L'aedo
L’aedo canta e intanto la memoria Si versa sopra agli occhi Il dono che Gli dà luce dentro Lo fa cieco di fuori Canta la storia Come ci fosse stato Come se avesse visto Prima di essere nato Ah Ah, soffrilo e poi impara L’aedo incanta E mentre tesse il testo In sala sorse il pianto Il verso versa E toglie alla morte Chi viene cantato Chi aveva orecchie, chi potè sentire Ritrovò la sua vita, com’era e com’è stata Ah, soffrilo e poi impara Ah, e imparalo a cantare Pathos mathos Un re tradito Che ritrovò il ritorno Nascosto di stracci Portò la strage in sala L’aedo disse Nel silenzio di morte A chi lo giudicava O re potente come ho cantato loro Ora canterò di te E disse quello Che tu viva per sempre E dentro il tuo canto Io viva con te Ah, soffrilo e poi impara Gli Dei soltanto Ci filano sventure Per dare gloria al canto E il canto dice nascosto nel tempo Con voce di pietra: “Siamo due coste di rupe Aspettiamo un terremoto Per unirci di nuovo In un solo canto” Ah, soffrilo e poi impara Ah, e imparalo a cantare Pathos mathos
La madonna delle conchiglie
La madonna delle conchiglie È arrivata restituita dal mare Senza carte, senza la scorta Senza permesso, senza passaporto E di un fuggiasco così come era Ne abbiamo fatto la madonna nera Che è la madonna dei naviganti Protegge gli ospiti come i viandanti Volta l’onda e poi la rivolta Mentre tremola sopra la barca Sopra la barca la portano fuori Guarnita tutta di conchiglie e fiori Benedice chi si avventura Chi ha il cuore saldo e chi si appaura Chi viene a riva con le fanfare Chi arriva solo e sputato dal mare La madonna delle conchiglie Ha gli occhi come biglie, come coralli È vestita di drappi azzurri Come a una perla le fanno ventaglio Ha lo sguardo dolce e un poco lontano Di chi per tanto ha navigato invano Ha lo sguardo dolce e un poco assente Di chi ti capisce, e non può farci niente Ma dalla fede della sua gente Lei non sa come riparare La guarniscono e danno ai flutti Le sparano il fuoco e la invocano tutti La madonna delle conchiglie È solo una statuetta restituita dal mare Ti guarda muta, senza parole E ha il volto tinto di un altro colore Da chi diverso e così lontano Se l’è forgiata e dipinta a mano Un altro popolo, un’altra gente Con la stessa paura di sempre Di essere nati e dovere andare Nati e poi non essere più niente Di essere nati e dovere andare Nati e poi non essere più niente Eppure la madonna delle conchiglie È un serafino con gli occhi di biglie
Calipso
Colei che nasconde Tra i cristalli di luce e il labirinto di ombre Nel suo giardino d’incanto Non cambia mai stagione e cinto intorno e la chiave è nell’ombelico del mare Rivestitelo ancelle Imbalsamatelo belle Qui la corsa è finita Qui si è incantata la vita Il vino e l’amore poi ancora l’amore il vino e l’amore l’amore ancora Il tuo abbraccio d’ambrosia mi ha tolto alla strada mi ha tolto alla strada e la strada dov’è Calipso Calipso una stagione sola Nel luccicare del sole senza vecchiezza e morte senza più sete e fame un velo di piacere e sonno mi ha nascosto al mondo fermati e non ti agitare ti puoi attardare ti puoi attardare nel quadro degli amanti nudi e crudi gli amanti ruotano come lancette nel talamo del letto eccoli gli amanti nudi e crudi e il tempo non passa il tuo abbraccio d’ambrosia mi ha tolto alla strada alla notte alla morte al freddo e al dolore mi ha tolto alla strada e la strada dov’è Bloccato qui solo sullo scoglio piango la mia anima ospite il mare è una cintura di spine che cinge la vita del giorno che cinge il ritorno preferisco tornare allo sforzo al dolore tornare a penare e indietro lasciare il riparo accudito dal bene di un dio di un paradiso che non è il mio sembrava eterno presente ma è già dietro le spalle però domani però già ancora un poco di Calipso mi ha già ripreso l’incanto solo di giorno è il pianto la notte scioglie le ore partita anche l’ultima nave nessuno mi può più trovare nessuno mi può più trovare
Dimmi Tiresia
Dimmi Tiresia Dal regno dove mai nessuno si è recato Versami il sangue Scavami un botro Un buco per sbirciare tra il mio destino e il Fato Bevi il mio sangue Che porti alla memoria la coscienza di chi ero e sono stato Ma è meglio sapere o non sapere Aver la conoscenza Sapere o non sapere Quello che poi mi sporcherà Dimmi Tiresia Affido a te il mio viaggio Alla tua sentenza Tu che già sai, com’è filato il mio cammino Sapere o non sapere Se la donna mia mi aspetta se è fedele Sapere o non sapere Dimmi Tiresia Quali stratagemmi dovrò ordire In quale forma mi dovrò nascondere Dimmi Tiresia Ma è meglio sapere o non sapere E non poter più credere Sapere e poi dovere Portare fino in fondo il compito Dimmi Tiresia E’ duro profetare La conoscenza è distanza che separa La fatica di conoscere E’ più grande fatica di essere creduti? Dimmi Tiresia Tu che dimentichi e ricordi e poi dimentichi E così purifichi A che mi servirà sapere Saper il mio destino come già deve compiersi E poi non esser più creduto dai compagni Soltanto dai segni nei sogni Dimmi Tiresia Togli la sete Conoscilo e poi scordalo Bevi di questo Lete Conoscilo e poi scordalo La conoscenza è niente senza fede Conoscilo e poi scordalo La conoscenza è niente senza fede La conoscenza è niente senza fede Vai oltre il ritorno Porta sulle spalle un remo Abbandona la casa e vai errante nel sole Fino a gente che non batte il dorso del mare Che non conosce i cibi conditi col sale Che confonderà il remo con un ventilabro Un rastrello per spargere intorno sementi Per pettinarle nelle crine dei venti Lì lo poserai offrirai sacrifici La morte ti coglierà dal mare Consunto da splendente vecchiezza Tra gente felice attorno Questo ti dico senza tema né dubbio
Nostos
Né pietà di padre, né tenerezza di figlio, né amore di moglie Ma misi me per l’alto mare aperto Oltre il recinto della ragione, Oltre le colonne che reggono il cielo, Fino alle isole fortunate, purgatorio del paradiso Nostos Nostos Fino alle terre retro al sol e sanza gente Itaca ha dato il viaggio Le sue ombre di viti nel sole e nel miraggio Le abbiamo portate dentro Come una bussola Ci ha fatto andare oltre gli incantesimi, E i Lestrìgoni Oltre le lusinghe dell’eterna giovinezza Ma a ritornare ora La troveremmo vuota di gente e piena di sonno Itaca ha dato il viaggio, Itaca ha dato il viaggio, L’hai avuta dentro, ma non ci troverai nessuno Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguire virtute e canoscenza Considerate la vostra semenza, considerate la vostra semenza, Nostos nostos, perdere il ritorno Batti le ali, fare da remi al volo Ali al folle volo! Fino alle terre retro al sol sanza gente Fino alle terre retro al sol e sanza gente